Le grandi infrastrutture hanno sempre un impatto importante, per lo sviluppo delle aree geografiche interessate.

In genere, sono progetti che hanno ricadute notevoli dal punto di vista economico, occupazionale e ambientale. Per questi motivi, le grandi infrastrutture sono spesso oggetto di contrapposizioni anche nette tra politici, esperti di settore, ambientalisti e grandi imprese.

Anche nel caso del Trans Adriatic Pipeline (TAP), un gasdotto che porterà questo combustibile fossile dal Mar Caspio fino all’Europa, siamo di fronte a un opera di grande  rilievo.

Grecia, Albania, mar Adriatico, fino alla zona del Salento in Puglia, questo il percorso del gasdotto in costruzione. Un’opera che vedrà la realizzazione, tra le altre cose, di un micro tunnel per preservare la spiaggia pugliese e che emergerà in superficie solo a circa un chilometro nell’entroterra.

Una novità rilevante di queste ultime settimane è che la Banca Europea degli Investimenti (BEI) ha deciso di finanziare con 1,5 miliardi di euro quest’opera. Si tratta del finanziamento singolo più grande deciso dalla BEI. In altre parole, non c’è nessun progetto che sia stato finanziato per una cifra così alta.

Per avere un’idea della considerazione ottenuta da questa importante infrastruttura, basta pensare che il consiglio della banca ha finanziato 36 progetti per un totale di 6,5 miliardi di euro.

La valutazione per l’assegnazione del finanziamento è stata complessa ma il progetto è stato considerato da Bruxelles di interesse comune. Questo implica anche la possibilità di facilitazioni per tutte le autorizzazioni necessarie e l’accesso a finanziamenti.

La Commissione Europea ha considerato che quest’opera è di fondamentale importanza per una maggiore indipendenza dalla fornitura di gas proveniente dalla Russia. Si ritiene che il TAP aumenterà dunque la sicurezza energetica per l’Europa.

Il peso di questa considerazione supera anche il parere di chi ritiene che il gasdotto sarà via via meno importante, per il ruolo maggiore che avranno le fonti rinnovabili nel nostro continente.

Chiaramente è una questione di punti di vista, di peso relativo che si dà alle implicazioni di un’opera così importante. Probabilmente, nessuna delle considerazioni in campo è completamente irragionevole.

Le preoccupazioni sull’impatto ambientale dell’opera e sul progressivo ridimensionamento che avranno le fonti tradizionali hanno un fondamento, questo vale però anche per le considerazioni sulla necessità di rendersi più indipendenti dalla fornitura di gas dalla Russia.

Nella realizzazione di un’opera così importante, resta di centrale importanza lo sforzo di integrare le sensibilità e gli interessi delle diverse parti in gioco. I grandi progetti sono infatti quelli il cui bilancio è nettamente positivo e questo è possibile solo quando gli stakeholders coinvolti riescono a contribuire alla migliore realizzazione possibile.

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