L’Unione Europea e la Cina aumentano la cooperazione nella riduzione delle emissioni con un progetto triennale di emission trading da dieci milioni di euro proposto da Bruxelles e che partirà nel 2017. Lo ha annunciato il commissario europeo per il Clima e l’Energia, Miguel Arias Canete, a Pechino per partecipare al G20 dell’Energia, che si è concluso il 30 giugno 2016 “Il nuovo progetto si aggiungerà all’attuale progetto di cooperazione esistente iniziato nel 2014 – spiega l’Unione Europea in una nota – e che ha sostenuto lo sviluppo di sette schemi pilota di mercato delle emissioni in tutto il Paese”.

Una road map per l’energia condivisa da Cina e Ue

Durante il G20 dell’Energia è poi prevista la firma con il direttore della National Energy Administration, Nur Bekri, della roadmap per l’energia tra Cina e Unione Europea, che amplierà la cooperazione tra i due blocchi a nuove aree, come l’efficienza energetica, le rinnovabili, la ricerca, lo sviluppo della tecnologia e l’innovazione. La Cina, ha commentato Canete, sta mandando “un importante segnale” nella lotta alle emissioni. “La seconda economia del pianeta utilizzerà il merito delle emissioni per dare seguito all’impegno di Parigi, e non in un futuro lontano, ma l’anno prossimo” e l’Unione Europea “è ben posizionata per aiutare la Cina” a raggiungere questo obiettivo. Il sistema di emission trading permette, sulla base di un tetto di emissioni prestabilito, la compravendita di diritti di emissioni in modo che un’azienda altamente inquinante debba comprare tutti i diritti di cui ha bisogno, pena forti multe. All’interno del nuovo progetto è previsto anche un meccanismo di dialogo a cadenza regolare per discutere i progressi in Cina e Unione Europea dello schema di emission trading.

Obiettivo riduzione emissioni

La vigilia dell’evento è stata segnata dalle polemiche sulle emissioni. Prima dell’apertura dei lavori, i rappresentanti di oltre 200 Ong hanno inviato una lettera aperta ai delegati del G20 dell’Energia chiedendo un “chiaro orizzonte temporale” per la fine dei sussidi alle esplorazioni di combustibili fossili e alla produzione di carbone, da raggiungere entro il 2020. Il G20 dell’Energia che si apre oggi a Pechino è il primo dopo la Conferenza di Parigi, che a dicembre scorso ha prodotto un accordo tra quasi 200 Paesi membri delle Nazioni Unite per ridurre le emissioni inquinanti e contenere il surriscaldamento climatico al di sotto dei due gradi centigradi rispetto ai livelli precedenti alla prima rivoluzione industriale.

I paesi protagonisti

La delegazione dell’Unione Europea al G20 dell’Energia di Pechino è capeggiata dal Commissario per l’Energia e il Clima, Miguel Arias Canete. A guidare la delegazione italiana è invece la vice ministro dello Sviluppo Economico, Teresa Bellanova. Tra le assenze di rilievo del G20 c’è quella del ministro dell’Energia russo, Alexander Novak, che ha confermato l’intenzione di non partecipare all’evento a cui invece prenderà parte il suo omologo saudita, Khalid al-Falih. Il G20 cinese dell’Energia è il secondo in assoluto dopo quello di ottobre scorso a Istanbul che si è concentrato sui temi dell’accesso alle rinnovabili, dell’efficienza energetica e degli investimenti nel settore dell’energia.