Negli ultimi tre anni, una serie di shock sistemici ha avuto un forte impatto sulla transizione energetica a livello internazionale. La pandemia, seguita da una ripresa economica più rapida del previsto, ha portato a squilibri tra domanda e offerta di energia. La guerra in Ucraina ha ulteriormente aggravato questo scenario. Le conseguenti volatilità del mercato dell’energia hanno spinto i prezzi della materia prima alle stelle, colpendo famiglie e imprese. Da più parti, quindi, la risposta alle molteplici crisi di scenario è sembrata l’accelerazione definitiva sulla transizione energetica. Un processo che, però, a causa di venti dirompenti successivi, è diventato ancora più difficile. La domanda di combustibili fossili è in aumento, i prezzi dell’energia schizzano e la sicurezza energetica è diventata una delle priorità dell’agenda di molti paesi.

Sicurezza energetica, serve un approccio integrato

Forti venti investono in questo periodo i tre imperativi del triangolo energetico: convenienza energetica, sicurezza, accesso all’energia e sostenibilità. La transizione energetica non è immune da shock esterni. Quello che è necessario ora, più che mai, è un approccio olistico in grado di garantire i tre elementi fondanti a un ritmo accelerato. Un approccio unificato, attuato rapidamente, è fondamentale per stabilire una transizione energetica resiliente ed efficace.

Lavorare per eliminare gli squilibri

La mancanza di accesso a sistemi di approvvigionamento energetico a prezzi accessibili è una minaccia fondamentale per una giusta transizione energetica. Man mano che i sistemi energetici si riconfigurano orientandosi verso basse emissioni di carbonio, gli squilibri tra domanda e offerta di energia potrebbero diventare fenomeni ricorrenti. La mancanza di equilibrio, insieme con il rincaro dei prezzi, possono influenzare l’accessibilità economica universale all’energia per i consumatori e le industrie. La garanzia di ottenere energia a prezzi accessibili deve essere ristabilita come obiettivo prioritario per eliminare i dislivelli e le criticità. Oggi, secondo l’IEA, 775 milioni di persone non hanno accesso all’elettricità.

Diversificare i partner e le fonti

La diversificazione dell’ecosistema dei partner di importazione a breve termine e la diversificazione del portafoglio di energia interna, con alternative a basse emissioni di carbonio a lungo termine, hanno dimostrato vantaggi significativi per la sicurezza energetica dei paesi. È probabile che i paesi che si spostano verso fonti energetiche interne più decarbonizzate siano più autosufficienti e meno dipendenti dal commercio globale di energia. Un elemento che verrebbe ulteriormente rafforzato da misure di efficienza in grado di ridurre la domanda energetica complessiva. Tuttavia, la transizione verso le energie rinnovabili e le tecnologie a basse emissioni di carbonio può far emergere nuove preoccupazioni in materia di sicurezza energetica. Tra questi, per esempio, lo stato debole delle catene di approvvigionamento necessarie per garantire i materiali di transizione o la mancanza di flessibilità delle reti elettriche. Potenziali criticità che devono essere affrontate con misure di mitigazione in largo anticipo.

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