Nel 2019 l’Italia ha ridotto del 2% le emissioni di CO2 da consumo di energia rispetto al 2018. A evidenziarlo, le stime Eurostat, secondo cui nell’Ue a 27 il calo è stato del 4,3%. Le riduzioni più significative si sono registrate in Estonia (-22,1%) e Danimarca (-9%). Le emissioni sono aumentate solo in Lussemburgo (+7,5%), Austria (+2,8%), Malta (+2%) e Lituania (+1,6%). Il forte calo del consumo di combustibili fossili solidi (carbone, lignite), dovuto al funzionamento a pieno regime del nuovo sistema Ue Ets per lo scambio delle quote carbonio, riformato nel 2018, è alla base di questi numeri.
La riforma ha consentito un sostanziale aumento del prezzo della CO2 nel sistema (ora superiore ai 25 euro per tonnellata), che rende economicamente l’utilizzo dei combustibili fossili per la produzione di elettricità, meno conveniente rispetto alle rinnovabili o al gas naturale. Lo stesso effetto è visibile su tutti i settori coperti dall’Ets (energia, industria, aviazione) che, secondo i dati ufficiali pubblicati dalla Commissione europea, dal 2018 al 2019 sono crollate dell’8,7%.
“Bene la riduzione delle emissioni nel nostro Paese: significa che le politiche a favore della promozione di un modello più sostenibile sta iniziando a fare i suoi frutti. Dobbiamo continuare su questa strada, coinvolgendo sempre di più il sistema imprenditoriale che, anche in questa fase di emergenza, sta dimostrando sensibilità e responsabilità”.
Antonio Carmine Vitale
(Amministratore unico Enega srl)
Commenti recenti