Si è svolto martedì 10 maggio, nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani al Senato, a Roma, il convegno “Il problema energia: il ruolo strategico dei piccoli operatori per la tutela (e la sopravvivenza) di consumatori e imprese”, promosso dal senatore Paolo Arrigoni, in collaborazione con ARTE e Progetto Comunicazione. 

All’incontro hanno preso parte, tra gli altri il senatore Gianni Pietro Girotto, presidente della commissione Industria del Senato; l’onorevole Luca Squeri, responsabile energia di Forza Italia e l’onorevole Nicola Procaccini, responsabile energia del Partito Democratico.  

La proposta di ARTE

ARTE, l’Associazione Reseller e Trader Energia, di cui fa parte anche Enega in qualità di socio fondatore, che ha preso parte all’iniziativa con la presenza dell’amministratore unico Antonio Carmine Vitale, ha lanciato la proposta di una cabina di regia del settore energetico. 

Un’iniziativa, articolata dal Portavoce di ARTE, Diego Pellegrino, e motivata dalla necessità di mettere mano alle criticità del settore energetico italiano. “I problemi sono enormi – ha evidenziato Pellegrino – e servono competenze trasversali. Serve una cabina di regia energetica, occorre supportare il legislatore nel fare delle scelte. La programmabilità dell’energia è la prima necessità: occorre investire su fotovoltaico e eolico, ma da soli non possono bastare. Oltretutto nessuno dice che se usassimo solo quelle fonti avremmo degli sbalzi enormi sulla rete. Occorre investire anche sulle altre fonti”.

Il mercato energetico in Italia

Pellegrino si è poi soffermato sull’attuale situazione del mercato energetico. “Da noi la materia prima costa il 20% in più degli altri paesi europei. Più di 30 aziende – ha continuato il portavoce di ARTE – sono andate in default, e si trattava di aziende sane. La previsione degli extraprofitti è una misura emergenziale che non supera le difficoltà in cui versa il nostro Paese”. Secondo Pellegrino poi “bisogna equilibrare la filiera, se il distributore scarica su di noi tutta la sua inefficienza, noi perdiamo solidità finanziaria. Abbiamo due problemi, le garanzie a monte, e sotto questo profilo siamo ingessati, e le morosità. Serve un albo dei morosi, al pari di quello che avviene per la telefonia”.

Stop alle aggressioni al consumatore

L’intervento di ARTE si è inoltre concentrato sulla necessità di contrastare le aggressioni ai consumatori. IL ROC (registro degli operatori di comunicazione) esiste, ma quasi nessun numero utilizzato dai call center è registrato. Sia i call center, che i venditori porta a porta – questa la denuncia di ARTE –  reperiscono in modo illecito i dati personali dei consumatori e, in particolare: 

  • Nome del fornitore;
  • POD e PDR e relativo codice fiscale associato;
  • Dati dell’intestatario del contratto comprensivi di telefono cellulare

Per limitare e combattere questo fenomeno, ARTE ha sottolineato la necessità di un maggior impegno nell’applicazione delle regole esistenti attraverso l’irrogazione di multe per chi non iscrive il numero al ROC e sanzioni a chi viola il GDPR e non vigila sui dati di milioni di clienti finali.

I numeri di ARTE

ARTE integra 130 operatori, 14mila addetti impiegati, 2,1 miliardi di fatturato aggregato e 1,3 milioni di contatori forniti. In questi ultimi due anni, l’Associazione ha intrapreso diverse iniziative, aprendo un canale di dialogo costante con enti ed istituzioni per monitorare e analizzare in maniera propositiva le criticità del settore.