Clima, politica ed economia. La scorsa settimana si è chiuso a Carbis Bay, in Cornovaglia, il vertice G7, che ha visto al centro dei lavori la battaglia comune contro i cambiamenti climatici.
Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha posto l’accento sulla necessità di “un accordo ambizioso e duraturo” sulla transizione ecologica, ambiente e clima.
Il G7 si è concluso con la firma di un patto tra i paesi partecipanti. Il G7 si impegna ad “accelerare gli sforzi per ridurre le emissioni di gas serra” e a ridurle della metà entro il 2030, si legge nella nota finale nella quale i leader presenti a Carbis Bay sottolineano l’importanza degli obiettivi e confermano gli impegni presi con la sottoscrizione dell’Accordo di Parigi.
“A questo fine – si legge nel comunicato – ci siamo impegnati ad aumentare i target al 2030”, con un taglio collettivo delle emissioni pari alla metà rispetto al 2010 e di oltre la metà rispetto al 2005.
Su Twitter, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha voluto sottolineare l’impegno “congiunto per l’azzeramento delle emissioni nette entro il 2050 (come ultimo termine) e per mantenere alla portata l’aumento della temperatura di 1,5 gradi. Faremo tutto il possibile per attenerci all’1,5%”. Secondo Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, “l’Ue guida la lotta contro i cambiamenti climatici al G7. Chiediamo ai nostri partner di unirsi agli sforzi dell’Ue sui finanziamenti sul clima per raggiungere l’obiettivo di 100 miliardi di dollari all’anno, a sostegno dei Paesi in via di sviluppo”.
“Agli impegni devono seguire fatti concreti: bene la concertazione e il lavoro sinergico dei leader del G7 su un tema essenziale come il cambiamento climatico. Va implementato il lavoro per favorire la transizione ecologica ed energetica, l’unica strada per coniugare sostenibilità e sviluppo”.
Antonio Carmine Vitale
(Amministratore unico Enega srl)
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