Al via il progetto europeo ‘Blue Deal’ per portare nei Paesi mediterranei tecnologie e soluzioni “su misura” per sfruttare l’energia dal mare, con la partecipazione di 13 partner, tra cui ENEA e Università di Siena (coordinatore), provenienti da Italia, Spagna, Cipro, Grecia, Albania, Croazia e Malta. A darne notizia una nota ufficiale pubblicata sul sito di ENEA. Con un finanziamento Ue di 2,8 milioni di euro, il progetto punta a sostenere una transizione energetica che includa l’energia dalle onde e dalle maree in un’area particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici.
Nell’arco di tre anni i partner avvieranno molte iniziative nelle diverse aree costiere del Mediterraneo, per far conoscere alle comunità locali, alle amministrazioni e alle imprese le potenzialità dell’energia dal mare e i suoi positivi effetti su ambiente, economia e occupazione. Tra gli eventi in programma ci sono business forum, open day, un concorso scolastico e i Blue Deal testing lab, laboratori pensati per coinvolgere i cittadini e rafforzare la collaborazione tra ricerca, enti locali e aziende, in particolare le PMI. Tutto con l’obiettivo concreto di superare le attuali restrizioni tecniche e burocratiche alla diffusione della blue energy e di individuare soluzioni innovative, sostenibili e ‘su misura’ per l’autosufficienza energetica delle piccole comunità, in particolare delle isole, anche in presenza di flussi turistici stagionali. Il risultato finale del progetto sarà la definizione di un piano comune per la diffusione di queste tecnologie nell’area mediterranea.
Finora il primo caso studio affrontato dagli esperti è stata l’isola di Malta, che nel 2016 ha approvato un Piano di Sviluppo che menziona la risorsa energetica marina; i partner hanno organizzato un evento online, che ha permesso di testare in modo preliminare la possibilità di includere concretamente l’energia dal mare nella pianificazione delle sue aree costiere. Ma non è l’unica. L’Italia è il primo Paese del Mediterraneo per finanziamenti pubblici all’energia dal mare con quasi 5 milioni di euro nel 2019; in Spagna il piano per le energie rinnovabili 2011-2020 illustra in dettaglio una politica di energia pulita che punta a ottenere 750 MW di energia eolica offshore e 100 MW di energia delle onde entro quest’anno. Poi c’è la Grecia, dove sono state installate 300 turbine eoliche offshore per rifornire di energia green le isole che non sono collegate alla rete nazionale.
“Il mare è una risorsa energetica di cui ancora non vengono pienamente sfruttate le potenzialità e che, in linea con gli obiettivi della blue growth, può rappresentare un volano di sviluppo di grande importanza per tutto il bacino del Mediterraneo, Italia in testa”.
Antonio Carmine Vitale
(Amministratore unico Enega srl)
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