Gli immobili contribuiscono per il 36% all’emissione di CO2 e per il 40% ai consumi energetici. In Italia, dove il patrimonio immobiliare è vetusto, c’è la necessità di interventi sia dal punto di vista edilizio ma anche impiantistico per raggiungere l’obiettivo di una completa decarbonizzazione degli edifici entro il 2050”. A dirlo, Silvia Maria Rovere, presidente di Assoimmobiliare, in occasione del convegno “Il consumo energetico degli edifici ad uso direzionale in Italia“, organizzato da Enea e Assoimmobiliare e svoltosi lo scorso 12 giugno a Roma. Un momento di confronto e riflessione sulle sfide e le opportunità rappresentate dalla necessità di ammodernamento energetico degli edifici in Italia.

Enea e Assoimmobiliare hanno elaborato una serie di rapporti tecnici per aiutare le aziende ad affrontare in modo costruttivo gli impegni previsti dal D.Lgs. 102/14. Sulla base delle diagnosi realizzate su un campione significativo di uffici italiani, Enea e Assoimmobiliare hanno predisposto uno studio per supportare gli operatori del settore attraverso una serie di benchmark dei consumi energetici degli uffici. Considerando le sole utenze presenti in tutti gli edifici del campione, secondo lo studio, i consumi di climatizzazione sono prevalenti (57%), seguiti da consumi degli apparecchi FEM (25%) e dall’illuminazione (17%). Queste proporzioni si mantengono invariate al variare delle dimensioni degli edifici. Il confronto dei consumi delle tre utenze energetiche principali (climatizzazione, illuminazione e apparecchi) ha fornito dei risultati omogenei al Centro Sud, ma con variazioni significative al Nord.

Il contenimento dei consumi energetici ha più facce, una faccia è quella dell’ambiente e della sostenibilità, l’altra faccia è evidentemente quella del risparmio che possono utilizzare i cittadini ma anche le imprese che si trovano ad operare all’interno di strutture dedicate a uffici e altro”, ha detto il presidente di Enea, Federico Testa.

Un grande progetto strategico di ammodernamento degli edifici italiani, spesso antiquati dal punto di vista dell’efficienza energetica, rappresenterebbe un grande impulso al sistema imprenditoriale, con evidenti ricadute economiche e occupazionali, ma sarebbe anche un elemento in grado di generare effetti benefici sulla sostenibilità ambientale”.

Antonio Carmine Vitale (Amministratore unico Enega srl)